Non è ancora vittoria per il diritto alla scuola in presenza, ma sicuramente un primo, incoraggiante segnale: il TAR del Lazio ha accolto la domanda presentata dai genitori e dagli studenti delle scuole secondarie superiori, rappresentati dagli avvocati Valerio Onida e Barbara Randazzo, e che si oppone alla chiusura automatica delle scuole di ogni ordine e grado nelle zone rosse.
Con la decisione odierna, il Tar ha stabilito che la Presidenza del Consiglio dei Ministri riesamini, entro il prossimo 2 aprile, le misure che, sulla base del Dpcm del 2 marzo, comportano l’automatica chiusura di tutte le scuole di ogni ordine e grado nelle zone rosse, e che prevedono il ricordo alla Didattica a distanza in quelle gialle e arancioni.
I giudici hanno valutato che i ricorrenti “hanno prodotto, a sostegno del ricorso, svariati studi scientifici pubblicati da prestigiose riviste mediche, reports sui dati di contagio in ambito scolastico rilevati in Toscana ed in Sicilia, nonché relazioni scientifiche, rilasciate da esperti in epidemiologia, in biomedica e in biostatistica, nelle quali si analizzano i dati forniti dall’Istituto Superiore di Sanità“; e che tutte queste relazioni “pervengono alla conclusione che non esistono evidenze scientifiche solide e incontrovertibili circa il fatto che il contagio avvenuto in classe influisca sull’andamento generale del contagio, che l’aumento del contagio tra i soggetti in età scolastica sia legato all’apertura delle scuole, che la cosiddetta variante inglese si diffonda maggiormente nelle sole fasce d’età scolastiche, che le diverse varianti circolanti nel Paese siano resistenti ai vaccini in uso in Italia“.
Il governo dovrà quindi, prima di Pasqua, affrontare il tema delle chiusure automatiche della scuola, tema peraltro già all’ordine del giorno in queste settimane in cui si parla di riaprire almeno le scuole primarie e le prime classi delle secondarie subito dopo Pasqua.
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